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Il Campanile di

Santa Maria.

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S’eleva maestoso tra la chiesa, l’ossario ed il cimitero, sullo sfondo verde della montagna. Le ombre e le luci conferiscono alla sua mole un suggestivo effetto prospettico. Ha la linea elegante del più puro Rinascimento, quantunque alcuni suoi elementi, finestre ed archetti pensili, corrispondano all’architettura romanica. La lanterna ottagonale col tetto a cupola venne sovrapposta nel 1729 e armonizza con il resto dell’edificio.

 

I piani inferiori sono lisci, quelli superiori animati da pilastri, cinti da archetti tondi e da fregi dentellati, sotto i quali s’aprono ad arco tondo le trifore su colonnine doriche. Varie pietre scolpite, tolte dal castello, decorano nelle quattro facciate le pareti superiori e rappresentano motivi araldici e della storia del borgo.

Il disegno del campanile venne portato dagli artisti Rossi e Paleari nel 1532 dalla Toscana, dove emigravano con altri Morcotesi. La costruzione, terminata nel 1539, fu opera di tutto il popolo, che aveva offerto lavoro e fondi.

Il campanone, rifuso nel 1903, per cura del sacerdote morcotese Don Antonio Rossi, emigrato a Boston, porta l’iscrizione: S. Antoni ora pro nobis; Vox Domini in mignificentia, e le effigi di Cristo trionfante, di S. Antonio abate, dell’Addolorata e di Santa Caterina vergine e martire.

La campana mezzana, l’iscrizione: a fulgure et tempestate libera nos Domine, e le figure del Crocifisso, di San Giovanni Battista, dei Santi Pietro e Paolo, Sant’Antonio abate, San Martino, con la data 1821.

La piccola, l’iscrizione: Fundamenta ejus in monti bus sanctis, e le figure dell’Angelo custode, di San Giovanni Battista, Sant’Antonio abate, Santa Caterina, con la data del 1825. Sono nella tonalità di mi bemolle maggiore. Queste squille effondono certe arie che toccano il cuore. Con nostalgia i Morcotesi lontani pensano al loro aereo campanile, alto sulla roccia fra i cipressi, sopra le dimore dei vivi e dei morti, e sentono riecheggiare nel ricordo intimo l’onda melodiosa delle loro campane.

Testo tratto dal libro: “Morcote arte e storia” di Mario e Sergio Caratti
Salvioni Edizioni – 2007

Curiosità:

Nel 1977 un gruppo di nostalgici morcotesi ha riportato in vita un’antica tradizione: “la biciocada” dove durante la novena di Natale, ogni anno, le campane di questo antico campanile vengono suonate a mano trasmettendo melodici auguri alla popolazione.

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